La vita di San Francesco - La costruzione del convento di Spezzano

Francesco costruisce il quarto convento a Spezzano Grande (CS).



Terminata la costruzione della Chiesa e del Convento di Paterno, Francesco doveva recarsi altrove per diffondere il suo ordine.

Nel 1456 Francesco lasciava Paterno per recarsi a Spezzano Grande, sempre in provincia di Cosenza (conosciuto anche come Spezzano della Sila).
Paterno era triste di perdere per sempre l’uomo di Dio, anche se Francesco promise a tutti che sarebbe tornato; e infatti più volte tornerà a visitare i paternesi e i frati del convento.

Spezzano accolse Francesco con gioia e ognuno di loro voleva toccare il saio e ricevere la sua benedizione.
Tutti si sentivano sicuri perché avevano un protettore, un Santo.
Per Spezzano Grande, Francesco ha rappresentato in dono di Dio, perché salvò il paese dalla morte e dalla distruzione.
Fu presto steso il progetto del convento che fu intitolato alla S.S. Trinità.
Francesco era sempre intento a dare il suo aiuto.
Un giorno d’estate, in una fornace per la calce, gli operai morivano di sete, così si rivolsero al Santo perché provvedesse.
Egli disse ad uno degli operai di scavare davanti ai suoi piedi; alla seconda zappata l’acqua sgorgò.
Oggi la fonte è detta di S. Francesco.

Verso una località chiamata Minnito giaceva una trave lunga cinquanta piedi in attesa di essere trasportata fino al refettorio.
Francesco chiese ad un certo Gioietto Valente di portarla al convento con i buoi. Durante il trasporto un giovenco cadde e si fratturò un arco in più parti. Il Valente, desolato, si rivolse a Francesco, il quale con il bastone toccò l'arto dell'animale che subito si alzò perfettamente guarito.

Un altro giorno, giunse da Trebisacce, un paesino affacciato sul mare Ionio, un tale che era affetto da idropsia; fiducioso chiese al Santo di guarirlo. Egli fece un segno di croce sul braccio del malato che si ritrovò subito guarito del suo male.
Negli anni in cui San Francesco visse a Spezzano, si abbattè in tutta la zona una terribile carestia.
La gente povera moriva di fame, mentre quelli che possedevano erano chiusi nel loro egoismo.
Molti salivano sulla collina dove San Francesco dava a tutti qualcosa: grazie alle preghiere che continuamente offriva al Signore, per miracolo si trovava sempre qualcosa da offrire a che pativa la fame: un piatto di legumi, un pezzo di pane, un pugno di farina.
Si narra che un giorno si trovavano distese per terra tre persone per la fame; il Santo tirò fuori un pezzetto di pane che miracolosamente si moltiplicò e potè offrirlo, così, agli affamati.

Da Spezzano della Sila si sposterà a Corigliano Calabro, dove fonderà il quarto convento.